Boston Tea Party
18 anni fa
In questo periodo si discute molto
di previdenza complementare , fondi pensione e TFR
siccome mi sembra gli articoli di Beppe Scienza
vi siano sfuggiti li posto :
Nella stessa pagina ho riportato materiale sui difetti, pericoli e
dannosità della previdenza integrativa proveniente da due associazioni
di Bolzano: Asterisco-Asterisk di Alberto Filippi e il Centro Tutela
Consumatori Utenti (CTCU)-Verbraucherzentrale. A proposito, molte
associazioni si lamentano perché il CTCU riceverebbe troppi
finanziamenti pubblici: può anche darsi, sembra però che li spenda bene
Sulla previdenza integrativa si vedano:
1. «La truffa finanziaria del secolo contro i giovani lavoratori»:
interessante analisi di Alberto Filippi su Asterisco-Asterisk;
2. tre capitoli di konsuma rivista del CTCU-Verbraucherzentrale di
Bolzano sulla previdenza integrativa individuale, sui p.i.p. e sulle
polizze vita.
LA PREVIDENZA INTEGRATIVA INDIVIDUALE
Quando ha un senso?
Privata e non pubblica, volontaria e non obbligatoria, aperta invece che
chiusa: la previdenza integrativa individuale il terzo pilastro del
sistema pensionistico italiano - va ad integrare quello che la legge
offre, quando non basta. Ma cè di più.
La previdenza integrativa individuale si differenzia in modo sostanziale
dalla pensione pubblica obbligatoria e anche dai fondi complementari
(chiusi). La pensione obbligatoria prevede che i lavoratori versino
mensilmente dei contributi ad un grande fondo statale al quale si
attinge per pagare le pensioni alla generazione di chi oggi è anziano.
Invece le pensioni complementari e la previdenza integrativa individuale
si fondano sulla capitalizzazione individuale:
il capitale accumulato nel corso della propria vita lavorativa (pensione
complementare) o risparmiato, aiuta il sostentamento durante la
vecchiaia. Si tratta quindi di una riserva finanziaria in più. La
previdenza integrativa individuale si differenzia dal fondo
pensionistico complementare anche perché a questultimo possono aderire
solo i lavoratori per i quali sia stato stipulato il relativo contratto
collettivo.
Il senso e lo scopo della previdenza integrativa individuale sono quelli
di integrare le coperture della pensione pubblica obbligatoria. Qualora
la pensione di vecchiaia non basti, il pensionato deve poter ricorrere
al proprio patrimonio individuale. Questa forma previdenziale può
assumere quindi forme tra loro molto diverse, dalle banconote sotto il
materasso allappartamento in proprietà, a diversi investimenti
finanziari, al TFR e anche alla previdenza integrativa individuale. In
passato lo Stato si è per lo più limitato ad organizzare la pensione
pubblica obbligatoria e a creare almeno i presupposti giuridici e
fiscali per le varie forme di capitalizzazione privata, che però solo in
parte rispondevano a criteri previdenziali.
La previdenza integrativa individuale diventa tuttavia sempre di più
lultima spiaggia per chi resta escluso del tutto o in parte dal
sistema pensionistico pubblico (obbligatorio) perché magari ha studiato
o fatto tirocinio a lungo, perché è un lavoratore autonomo o è come se
lo fosse, perché esercita una libera professione o è un lavoratore
parasubordinato, perché si è dedicato alleducazione dei figli, è stato
malato o disoccupato. Se si guardano i numeri della previdenza privata
si ha però limpressione che non aderiscano alle forme previdenziali
aziendali o individuali proprio quelli che ne avrebbero particolarmente
bisogno. Cè ancora molto lavoro da fare: offrendo consulenza,
informando e soprattutto intervenendo affinché il finanziamento della
previdenza integrativa individuale sia adeguatamente promosso.
La cautela è dobbligo!
La previdenza integrativa individuale non è una forma assicurativa ma un
investimento finanziario. E su questo i malintesi sono tanti e profondi.
Forse è luso di termini come assicurazione sociale o assicurazione
pensionistica, che hanno contribuito a far credere - in modo del tutto
errato che la previdenza integrativa individuale abbia qualcosa a che
fare con le assicurazioni, in primis con lassicurazione sulla vita o
lassicurazione previdenziale. Ma non è così! Tali assicurazioni sono
state e vengono vendute con falsi pretesti, infatti:
1. Spesso nelle diverse forme di assicurazioni sulla vita (di
capitalizzazione) non risulta chiaramente quanto lassicurato risparmi
né a fronte di quale rendita. Le possibili manipolazioni sono tante. Ma
una cosa è chiara: con una polizza di capitalizzazione e con le
assicurazioni previdenziali accumulate anno dopo anno del denaro
(risparmi) che riavrete dopo decenni, inflazionato, con una rendita
spesso modesta.
2. Non è vero che esistono agevolazioni fiscali solo per le
assicurazioni sulla vita o per quelle previdenziali. Anche tante altre
forme di investimento finanziario sono soggette a tassazione ridotta
(proventi derivanti da obbligazioni, azioni, casa di proprietà ecc.)
3. Non è neanche vero che le assicurazioni private previdenziali / sulla
vita rappresentino il terzo pilastro accanto alla pensione pubblica
obbligatoria (1) e alle pensioni complementari (2). Il terzo pilastro
della previdenza è formato dai diversi investimenti finanziari come
misura di previdenza individuale per la vecchiaia.
Il nostro consiglio:
Un appartamento in proprietà libero da debiti rappresenta una forma
aggiuntiva di previdenza per la propria vecchiaia. Laffitto che non si
dovrà più pagare andrà a corrispondere più o meno alla perdita di
reddito che il pensionamento comporta rispetto al proprio livello di
reddito precedente. Chi desideri dunque ridurre le proprie spese
correnti durante la terza età deve acquistare per tempo una casa o un
appartamento e organizzarne il finanziamento in modo che labitazione
sia libera da debiti ed ipoteche al momento del ritiro dal lavoro. Non
dover pagare laffitto significa risparmiare ogni mese tra i 500 e i
1000 euro.
Una nota critica: cè bisogno della previdenza integrativa individuale!
Gli esperti concordano sul fatto che i sistemi previdenziali previsti
dalla legge non bastino più per un numero crescente di persone (v.
pagina 19) a mantenere anche durante la vecchiaia lo stile di vita di
cui godevano come lavoratori. Questo è dovuto anche al fatto che a poco
a poco le previsioni allarmistiche fatte da più parti in relazione al
futuro incerto del sistema pensionistico pubblico cominciano a produrre
degli effetti. Sempre più economisti, politici, sindacalisti e
rappresentanti dei media credono a queste tetre previsioni e agiscono
secondo lo schema: pari contributi (32,7%) meno erogazioni. Quasi a
nessuno viene in mente che bisogna invece adeguare i contributi al
valore aggiunto prodotto, prevedere meno eccezioni ed evasioni
allobbligo contributivo e soprattutto legare più strettamente le
prestazioni ai contributi. Se ci si affretta ad adottare un
comportamento dettato dagli allarmismi, questo equivale a far avverare
la profezia quanto di meglio possa capitare agli strateghi del mercato
globalizzato. La realtà si adatta a ciò che la previsione vuole, e
questo è preoccupante, soprattutto se si considerano le tendenze a lungo
termine. Qualunque ne sia la causa, se si deve far fronte a una carenza
previdenziale per la propria vecchiaia bisogna mettere da parte del
denaro: per avere un reddito aggiuntivo di 500 euro al mese serve un
capitale di circa 100.000 euro. E non bisogna dimenticare che aver
finito di pagare la casa o lappartamento di proprietà prima della
pensione significa già di per sé avere unentrata aggiuntiva di circa
700 euro (che corrisponde allaffitto che ci si risparmia di pagare).
Questo non sarebbe necessario se vi fossero case in affitto a prezzi
convenienti.
FORME ASSICURATIVE SPECIALI PIP & FIP
Cose da trattare coi guanti
Al bando: la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la COVIP, ha
definito troppo care e spesso anche troppo rischiose le polizze
previdenziali aperte, con grande dispiacere delle società finanziarie e
delle assicurazioni che le offrono.
Chi non fa i conti senza loste e desidera mantenere il proprio standard
di vita abituale anche durante la vecchiaia, chi ritiene a tal fine
insufficiente il sistema previdenziale obbligatorio oppure si è già
fatto fare i calcoli e sa che la pensione pubblica non gli basterà,
penserà ad una pensione complementare o investirà il proprio denaro in
modo sicuro e proficuo. Non pochi hanno scelto la strada
dellassicurazione sulla vita (v. pagina 33): per la maggior parte di
loro si tratta però di un errore, innanzitutto perché la pensione di
vecchiaia, in realtà, non è un problema di quale assicurazione stipulare
ma piuttosto del modo di investire il proprio denaro. Con F.I.P. (Forme
Individuali di Previdenza) o P.I.P. (Piani Individuali di Previdenza) le
cose non stanno molto diversamente anche se essi dal 1 gennaio 2001
hanno sostituito le tradizioni assicurazioni sulla vita in questo
settore (decreto legislativo 47/2000) e beneficiano delle agevolazioni
fiscali delle forme pensionistiche complementari. Il legislatore
distingue ora tre tipi di assicurazioni:
F.I.P. o P.I.P. (prevedono il pagamento di una rendita vitalizia)
assicurazioni contro i rischi (assicurazione in caso di morte o di
invalidità)
assicurazioni di capitali, ossia polizze come prodotti finanziari
(unit linked ed index linked)
La nuova disposizione di legge classifica Fip e Pip tra le forme
pensionistiche complementari e di conseguenza le tratta in modo analogo
ai fondi pensione aperti. Ma questo in pratica - cosa significa?
Significa che viene meno la tassa del 2,5% sui premi versati e che si
può detrarre dallimponibile fino al 12% del reddito complessivo. Già
questo implica un grosso vantaggio a livello fiscale. E a ciò si
aggiunga unaliquota vantaggiosa, pari all11%, rispetto al normale
12,5% sui proventi. Il diritto alla corresponsione della rendita matura
come per i fondi pensione complementari con letà (si tratta delletà
pensionabile del sistema obbligatorio).
E in più la legge dà diritto allassicurato di cambiare ogni tre anni
società finanziaria o compagnia assicurativa se i risultati
dellinvestimento non lo soddisfano. Il contributo, ossia il premio,
viene versato solo dal lavoratore e limporto può essere fissato e
cambiato liberamente. Fino al 50% del capitale maturato può essere
incassato al momento della messa a riposo mentre il resto e in questo
sta la differenzia rispetto ad una normale assicurazione sulla vita
deve essere versato sotto forma di rendita periodica.
Lesplosione delle spese
Dallanalisi della COVIP emerge che un sottoscrittore, qualora decida
dopo tre anni di trasferirsi - cosa che la legge consente è costretto
a pagare mediamente una commissione pari a quasi l 8% nel caso di piani
di investimento previdenziale (P.I.P. F.I.P.) e di quasi il 10% nel
caso di PIP collegati alle cosiddette polizze unit linked. La
Commissione di vigilanza sui fondi pensione rileva altresì che
lammontare degli oneri annuali di gestione assume valori accettabili
solo dopo 35 anni di permanenza nel fondo, con una media annua variabile
tra 1,5 e 2,4 per cento. Inoltre lISVAP, Istituto per la vigilanza
sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ha richiamato
lattenzione sui prodotti vita: attraverso lattrattiva di rendimenti
potenzialmente elevati, trasferiscono al sottoscrittore quote crescenti
di rischi finanziari di cui non sempre è agevole prevedere la misura.
Per non parlare del fatto che il rischio mal si concilia con la natura
stessa dellassicurazione.
Una nota critica: magre prospettive
Se agli oneri gestionali aggiungiamo anche linflazione annuale, ci
accorgiamo che raramente i prodotti presenti sul mercato garantiscono le
rendite necessarie per vedersi restituire anche solo il denaro investito
nel corso del contratto. Lattuale boom delle polizze pensionistiche
complementari rappresenta pertanto una spada di Damocle sul capo di chi
tenta di garantirsi una vecchiaia al riparo da preoccupazioni
finanziarie, implicando sovente carenze nella copertura previdenziale.
Altro punto critico è la scarsa trasparenza dei prodotti assicurativi.
La situazione è talmente intricata da scoraggiare qualunque tentativo di
raffronto: le strutture dei costi differiscono in modo sostanziale da un
caso allaltro, non essendo stata prevista una commissione uguale per
tutti.
Consigli:
per garantirsi in vecchiaia una rendita supplementare mensile, è
necessario accumulare entro la fine del periodo lavorativo un piccolo
patrimonio, laddove sarebbe opportuno investire il proprio denaro in
prodotti quali immobili, obbligazioni, eventualmente azioni, depositi a
risparmio ecc., anziché rivolgersi a polizze vita a lunga scadenza o a
polizze pensionistiche private;
prima di sottoscrivere una polizza previdenziale oppure vita, prendere
in considerazione lopportunità di aderire a un fondo pensione chiuso
(p. es. il Laborfonds) e solo in seconda istanza rivolgersi ai fondi
pensione aperti. PIP e FIP hanno generalmente spese superiori rispetto
ai fondi complementari aperti.
queste due forme di investimento (fondi pensione aperti e PIP-FIP)
sono un impegno a scadenza medio-lunga e riguardano prodotti non
flessibili. Sono distribuiti da banche, assicurazioni e intermediari e
il capitale può essere investito secondo tre profili di rischio
(prudente, dinamico o aggressivo). Poiché al termine della durata
contrattuale la maggior parte del capitale maturato deve essere
convertita in una rendita è pressoché impossibile calcolare a priori
lammontare effettivo di questa rendita. Per la sua determinazione si
applica infatti laspettativa di vita media valida al momento
dellerogazione della prestazione previdenziale, secondo le tabelle
annuali elaborate dallISTAT. Considerando che la vita media della
popolazione aumenta costantemente, la tendenza che si delinea è verso
una progressiva riduzione delle pensioni effettive.
fatevi assolutamente confermare la detraibilità fiscale.
se volete andare sul sicuro in materia di prodotti assicurativi adatti
alle vostre esigenze individuali, effettuate il check-up assicurativo
predisposto dal Centro Tutela Consumatori Utenti, sul sito
www.centroconsumatori.it alla sezione Assicurazione e previdenza.
Articolo pubblicato su
ASSICURAZIONI VITA
Chi ha detto che sono la scelta migliore?
La categoria degli offerenti, definiti dalla legge come intermediari,
comprende di tutto un po: agenti, ispettori, dipendenti bancari,
organizzazioni piramidali, broker, consulenti. I metodi di vendita non
sono sempre cristallini si va da una discreta pressione psicologica ad
unabile opera di persuasione, fino allo sfruttamento senza remore dei
rapporti di amicizia o di parentela. I clienti sono portati in palmo di
mano finché non sottoscrivono il contratto, dopodiché le maniere possono
cambiare bruscamente. Difficile che unassociazione dei consumatori
tessa le lodi di questi prodotti, i quali sembrano avere più difetti che
pregi.
Definizione
Lassicurazione sulla vita è un contratto stipulato tra un/a
assicurato/a e unimpresa di assicurazioni. Lassicurato si impegna a
pagare i premi pattuiti, limpresa a versargli un capitale o una rendita
al verificarsi dellevento per il quale è prevista la prestazione, vale
a dire la morte per le polizze caso morte o la vita per le polizze caso
vita. Esiste poi una terza variante, cioè la formula mista, che copre
entrambi gli eventi.
Nel caso delle polizze di capitalizzazione, invece, limpresa
assicuratrice eroga una determinata somma alla scadenza del contratto,
indipendentemente dalletà dellassicurato. Il contratto assicurativo si
intende stipulato a partire dalla data in cui limpresa comunica
allassicurato di avere accettato la sua richiesta firmata. In mancanza
di questa comunicazione, il contratto si intende stipulato a partire dal
momento in cui lassicurato riceve la polizza inviatagli
dallassicuratore e da questi sottoscritta.
Il termine polizza vita designa comunemente svariate tipologie di
assicurazioni. Dal punto di vista legale, tuttavia, le assicurazioni
sulla vita sono ben distinte ed hanno caratteristiche profondamente
diverse. Le tre tipologie principali sono:
lassicurazione per il caso di morte
lassicurazione per il caso di vita
le assicurazioni miste.
A queste polizze di base possono aggiungersi prestazioni supplementari,
come ad esempio una polizza infortuni. Attenzione: ad ogni prestazione
assicurativa corrisponde una parte del premio annuale versato
dallassicurato. Pertanto: maggiore è il numero delle prestazioni
incluse nella polizza vita, minore è la quota di premio annuo riservata
a ciascuna di esse e quindi anche la relativa copertura assicurativa!
La polizza caso morte
Limpresa assicuratrice si impegna per la durata del contratto a pagare
un determinato importo al momento della morte dellassicurato. Questa
polizza è stipulata solitamente a favore dei familiari.
Questa polizza è di due tipi:
temporanea caso morte: limpresa assicuratrice è tenuta a pagare in
caso di morte dellassicurato durante il periodo stabilito nel
contratto; se lassicurato muore prima o dopo la durata della copertura,
limpresa non paga alcuna assicurazione;
assicurazione a vita intera: limpresa assicuratrice si impegna a
pagare alla data del decesso dellassicurato, in qualunque momento esso
avvenga.
La polizza caso vita
Limpresa assicuratrice si impegna a pagare una rendita o un capitale in
caso di sopravvivenza dellassicurato al momento stabilito nel
contratto. La rendita può essere erogata fino a quando lassicurato è in
vita oppure per un periodo di tempo convenuto. Attenzione: questa
polizza è in fin dei conti nientaltro che una comunissima forma di
risparmio e non ha nulla a che vedere con la copertura assicurativa
contro un determinato rischio (assicurazione in senso stretto).
Le polizze miste
Limpresa assicuratrice si impegna a pagare una rendita o un capitale
sia in caso di sopravvivenza dellassicurato alla scadenza del
contratto, sia in caso di morte prima di tale scadenza. In questa
seconda ipotesi, i beneficiari hanno diritto a riscuotere il capitale
dallimpresa assicuratrice subito dopo il verificarsi dellevento
luttuoso. Tuttavia si può anche far proseguire il contratto, senza
obbligo di pagamento di ulteriori premi, fino alla naturale scadenza e
disporre che il capitale venga versato ai beneficiari solo al momento
convenuto (scadenza del contratto).
Attenzione: sconsigliamo vivamente le polizze miste e raccomandiamo
invece di tenere sempre separata la polizza caso morte (copertura di un
rischio) dalla polizza caso vita (forma di risparmio). Questo sistema
garantisce maggiore flessibilità, rendimenti più elevati e una migliore
copertura assicurativa.
Polizze vita rivalutabili
Nel caso delle assicurazioni rivalutabili, il premio versato viene
investito in fondi interni allimpresa (gestioni separate). Il premio
può essere unico, annuale o ricorrente. Mentre alcuni di questi
contratti prevedono un rendimento minimo garantito, altri comportano una
rendita collegata allandamento dei mercati. Diverse analisi di lungo
periodo (v. Il risparmio tradito, di Beppe Scienza, Edizioni Libreria
Cortina Torino; v. anche Links) hanno dimostrato che questi prodotti,
salvo rare eccezioni, sono estremamente rischiosi e che il rischio grava
interamente sulle spalle degli assicurati. Ciò è confermato anche
dallesperienza nellattività di consulenza assicurativa, da cui emerge
che moltissimi prodotti, dopo 20-30 anni di decorrenza, risultano
tuttaltro che redditizi.
Molti investitori, alla scadenza del contratto, ricevono una somma di
pochissimo superiore allimporto del premio, altri non riescono neppure
a recuperare lintero capitale versato. Ciò si deve da un lato ai costi
di gestione, in parte altissimi, che incidono sullinvestimento e
dallaltro agli scarsi rendimenti realizzabili con questo tipo di
operazioni.
Attenzione: allatto della stipula di una polizza rivalutabile viene
fornita allassicurato una ipotesi di rendimento finanziario che
rappresenta, per lappunto, un dato puramente previsionale
sullandamento del mercato e di certo non una garanzia di rendimento!
Esempio di calcolo del capitale rivalutato dopo un anno di decorrenza
del contratto:
Capitale iniziale
100 (assolutamente da non confondere con il premio versato)
Tasso di rendimento della gestione separata
5%
Aliquota di retrocessione
80%
Tasso tecnico
2%
Misura annua di rivalutazione:
(0,05 x 0,80 - 0,02) / 1,02 = 0,0196
Capitale o rendita rivalutati:
100 x (1 + 0,0196) = 101,96
Assicurazioni index linked e unit linked
Le polizze unit linked, agganciate a fondi comuni di investimento,
hanno un alto contenuto speculativo. Il premio pagato al gestore (banca,
SIM o impresa assicuratrice) viene convertito in quote di un fondo di
investimento, il quale possiede di norma una componente azionaria più o
meno grande. Lassicurato ha la possibilità di trasferire da un fondo a
un altro il capitale accumulato; per questa operazione, detta switch,
limpresa può chiedere il pagamento di una commissione. Ad ogni modo, il
rendimento della polizza è collegato a quello del fondo e il più delle
volte non vengono offerte garanzie di rendimento minimo, ma neppure di
restituzione dellintero capitale versato. Il rendimento delle polizze
index linked dipende dal valore di un indice finanziario o da un altro
valore di riferimento.
A meno che limpresa assicuratrice non fornisca esplicite garanzie,
lintero rischio finanziario, determinato dallandamento dei mercati
azionari, è a carico dellassicurato e può comportare perdite anche
consistenti del premio versato (v. unit linked). La sussistenza di
rischi finanziari deve essere ben evidenziata nella nota informativa (v.
pag. 40) che limpresa è tenuta per legge a consegnare al/la cliente
prima della sottoscrizione del contratto.
Per valutare concretamente un prodotto unit o index linked occorre
considerare non solo i caricamenti a copertura delle spese di gestione,
ma anche le commissioni eventualmente previste. Caricamenti e
commissioni sono trattenuti dallimpresa direttamente dai premi versati,
cosa che incide sul valore dellinvestimento. Vediamo un esempio: a
fronte di un investimento di 1.000 euro, se i caricamenti e le
commissioni ammontano a 120 euro, limporto effettivamente versato nel
fondo sarà pari a 880 euro, con conseguente riduzione della sua
redditività. Sulla base dei dati disponibili, le commissioni annue
oscillano tra lo 0,1 e il 3 %. Spesso le imprese rinunciano al
caricamento, ma in compenso applicano commissioni più elevate, o
viceversa. Tutti questi costi sono indicati nella nota informativa che
deve essere sempre consegnata al/la cliente prima della sottoscrizione
di una polizza e che contiene anche un grafico relativo allandamento
del valore del fondo negli ultimi dieci anni.
Opzioni
Alla scadenza del contratto, anziché riscuotere in ununica soluzione
lintera somma realizzata, lassicurato può chiedere la conversione del
capitale rivalutato in una rendita vitalizia annuale, ossia può farsi
liquidare un certo importo a scadenze periodiche.
Attenzione: Allatto della stipulazione del contratto, le imprese non
dicono mai su quale base sarà calcolata la prestazione. Spetta dunque
al/la cliente informarsi a questo riguardo. Inoltre bisogna chiarire se
la rendita è rivalutata annualmente o se, alla morte del beneficiario
che ha sottoscritto il contratto, limpresa continuerà a versare una
rendita certa a unaltra persona e per un periodo di tempo
prestabilito. Infine esiste anche la possibilità di differire la
scadenza del contratto. In questo caso limpresa di assicurazione
trattiene il capitale per un periodo convenuto dietro corresponsione di
un tasso dinteresse (indicato nella clausola di rivalutazione del
contratto). Talvolta le imprese fanno offerte molto interessanti a
questo riguardo.
Attenzione: Conformemente alla circolare ISVAP n. 249 del 19.06.1995, le
imprese di assicurazione sono tenute a fornire ogni anno allassicurato
un estratto conto relativo a
premi versati (al netto delle imposte)
utili realizzati
valore del capitale rivalutato.
Offerta buona o cattiva?
Elementi per una prima valutazione
Lofferta di unassicurazione vita rivalutabile può essere valutata
sulla base di vari elementi. Vediamone alcuni:
aliquota di retrocessione: più è elevata, maggiore sarà la redditività
del prodotto riconosciuta allassicurato;
tasso tecnico: un tasso tecnico più elevato, a parità di premio
pagato, comporta un capitale iniziale superiore, ma anche maggiori
profitti e maggiori dividendi nel corso della durata contrattuale;
condizioni di riscatto: condizioni più restrittive implicano maggiori
penalizzazioni qualora si richieda la liquidazione anticipata del
capitale;
tavole di mortalità: per la liquidazione delle assicurazioni
temporanee caso morte le imprese ricorrono alle cosiddette tavole di
mortalità, contenenti statistiche sulla probabilità del verificarsi
dellevento assicurato. Le cause di decesso sono valutate in maniera
assai differenziata, ad esempio si tiene conto se lassicurato è un
fumatore o un non fumatore. Poiché ogni impresa si serve di tavole
differenti, è indispensabile chiarire questo punto prima della
sottoscrizione del contratto leggendo attentamente la nota informativa e
le condizioni di assicurazione e, eventualmente, chiedendo ulteriori
spiegazioni allassicuratore. Si consiglia, come sempre, di confrontare
più offerte.
Il premio
Il premio è il prezzo pagato dal contraente per un contratto di
assicurazione. Esso corrisponde alla somma del premio puro, dei
caricamenti, dei costi per prestazioni accessorie e delle imposte. La
modalità di pagamento è stabilita nel contratto: può trattarsi di un
premio unico (versato allinizio del contratto) o di un premio
periodico. I premi periodici possono essere di ammontare costante o
crescente, a seconda delle condizioni previste nel contratto. Il premio
annuo può essere frazionato in più rate. Il frazionamento comporta quasi
sempre una maggiorazione dei costi, a volte anche molto onerosa, che
deve assolutamente essere chiarita prima della sottoscrizione (v. anche
nota informativa).
Risoluzione del contratto
Il contraente è tenuto soltanto al pagamento della prima annualità di
premio. Se sospende il versamento dei premi successivi, il contratto si
estingue di diritto e i premi già corrisposti restano acquisiti
allimpresa assicuratrice, salvo che sussistano le condizioni per il
riscatto dellassicurazione o per la riduzione della somma assicurata
(art. 1924 codice civile). I premi pagati che restano acquisiti
allimpresa assicuratrice possono essere riscossi alla scadenza del
contratto. Il riscatto anticipato dellassicurazione, invece, implica
penali generalmente molto elevate a carico del contraente. Perciò questa
decisione va ponderata con molta attenzione e solo dopo averne parlato
con un consulente indipendente.
Lo sapevate che?
La nota informativa è lo strumento impiegato dallimpresa assicuratrice
per comunicare tutte le informazioni utili a fare piena chiarezza sulle
caratteristiche del prodotto assicurativo. Conformemente alle
disposizioni dellISVAP deve essere redatta sia per le polizze
rivalutabili sia per le polizze index e unit linked. Limpresa è tenuta
a consegnarla al cliente prima della sottoscrizione del contratto. La
nota informativa è accompagnata da un progetto esemplificativo che
contenga indicazioni dettagliate sul possibile sviluppo del capitale
assicurato (rendita) e dei premi nel corso della durata contrattuale;
qualora si tratti di un prodotto a rischio, il progetto deve evidenziare
la possibilità di perdite. Il tasso di rendimento annuo ipotizzato
attualmente è pari al 4,5 %. Il progetto esemplificativo, essendo basato
su ipotesi di rendimento, non costituisce un vincolo per limpresa
assicuratrice. Importante: leggete MOLTO bene la nota informativa prima
di sottoscrivere la proposta di assicurazione; chiedete tutti i
chiarimenti necessari, ponete domande allassicuratore e, se necessario,
rivolgetevi al CTCU per una consulenza!
Dati e statistiche
I dati comparativi contenuti nelle seguenti tabelle evidenziano che i
livelli di caricamento per le assicurazioni a premi unici sono in genere
meno elevati rispetto a quelli dei prodotti a premi annui. Le
assicurazioni temporanee caso morte, invece, implicano dei costi fissi
che fanno lievitare i livelli di caricamento. Ciò significa però anche
che lincidenza dei caricamenti diminuisce proporzionalmente
allaumentare del premio.
s
(*) Il dato riportato è riferito alla media semplice dei caricamenti.
(**) Un maggiore livello di dispersione indica la presenza sul mercato
di prodotti con caricamenti che si discostano notevolmente dal valore
medio.
Fonte: ISVAP
http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/index.htm
di previdenza complementare , fondi pensione e TFR
siccome mi sembra gli articoli di Beppe Scienza
vi siano sfuggiti li posto :
Nella stessa pagina ho riportato materiale sui difetti, pericoli e
dannosità della previdenza integrativa proveniente da due associazioni
di Bolzano: Asterisco-Asterisk di Alberto Filippi e il Centro Tutela
Consumatori Utenti (CTCU)-Verbraucherzentrale. A proposito, molte
associazioni si lamentano perché il CTCU riceverebbe troppi
finanziamenti pubblici: può anche darsi, sembra però che li spenda bene
Sulla previdenza integrativa si vedano:
1. «La truffa finanziaria del secolo contro i giovani lavoratori»:
interessante analisi di Alberto Filippi su Asterisco-Asterisk;
2. tre capitoli di konsuma rivista del CTCU-Verbraucherzentrale di
Bolzano sulla previdenza integrativa individuale, sui p.i.p. e sulle
polizze vita.
LA PREVIDENZA INTEGRATIVA INDIVIDUALE
Quando ha un senso?
Privata e non pubblica, volontaria e non obbligatoria, aperta invece che
chiusa: la previdenza integrativa individuale il terzo pilastro del
sistema pensionistico italiano - va ad integrare quello che la legge
offre, quando non basta. Ma cè di più.
La previdenza integrativa individuale si differenzia in modo sostanziale
dalla pensione pubblica obbligatoria e anche dai fondi complementari
(chiusi). La pensione obbligatoria prevede che i lavoratori versino
mensilmente dei contributi ad un grande fondo statale al quale si
attinge per pagare le pensioni alla generazione di chi oggi è anziano.
Invece le pensioni complementari e la previdenza integrativa individuale
si fondano sulla capitalizzazione individuale:
il capitale accumulato nel corso della propria vita lavorativa (pensione
complementare) o risparmiato, aiuta il sostentamento durante la
vecchiaia. Si tratta quindi di una riserva finanziaria in più. La
previdenza integrativa individuale si differenzia dal fondo
pensionistico complementare anche perché a questultimo possono aderire
solo i lavoratori per i quali sia stato stipulato il relativo contratto
collettivo.
Il senso e lo scopo della previdenza integrativa individuale sono quelli
di integrare le coperture della pensione pubblica obbligatoria. Qualora
la pensione di vecchiaia non basti, il pensionato deve poter ricorrere
al proprio patrimonio individuale. Questa forma previdenziale può
assumere quindi forme tra loro molto diverse, dalle banconote sotto il
materasso allappartamento in proprietà, a diversi investimenti
finanziari, al TFR e anche alla previdenza integrativa individuale. In
passato lo Stato si è per lo più limitato ad organizzare la pensione
pubblica obbligatoria e a creare almeno i presupposti giuridici e
fiscali per le varie forme di capitalizzazione privata, che però solo in
parte rispondevano a criteri previdenziali.
La previdenza integrativa individuale diventa tuttavia sempre di più
lultima spiaggia per chi resta escluso del tutto o in parte dal
sistema pensionistico pubblico (obbligatorio) perché magari ha studiato
o fatto tirocinio a lungo, perché è un lavoratore autonomo o è come se
lo fosse, perché esercita una libera professione o è un lavoratore
parasubordinato, perché si è dedicato alleducazione dei figli, è stato
malato o disoccupato. Se si guardano i numeri della previdenza privata
si ha però limpressione che non aderiscano alle forme previdenziali
aziendali o individuali proprio quelli che ne avrebbero particolarmente
bisogno. Cè ancora molto lavoro da fare: offrendo consulenza,
informando e soprattutto intervenendo affinché il finanziamento della
previdenza integrativa individuale sia adeguatamente promosso.
La cautela è dobbligo!
La previdenza integrativa individuale non è una forma assicurativa ma un
investimento finanziario. E su questo i malintesi sono tanti e profondi.
Forse è luso di termini come assicurazione sociale o assicurazione
pensionistica, che hanno contribuito a far credere - in modo del tutto
errato che la previdenza integrativa individuale abbia qualcosa a che
fare con le assicurazioni, in primis con lassicurazione sulla vita o
lassicurazione previdenziale. Ma non è così! Tali assicurazioni sono
state e vengono vendute con falsi pretesti, infatti:
1. Spesso nelle diverse forme di assicurazioni sulla vita (di
capitalizzazione) non risulta chiaramente quanto lassicurato risparmi
né a fronte di quale rendita. Le possibili manipolazioni sono tante. Ma
una cosa è chiara: con una polizza di capitalizzazione e con le
assicurazioni previdenziali accumulate anno dopo anno del denaro
(risparmi) che riavrete dopo decenni, inflazionato, con una rendita
spesso modesta.
2. Non è vero che esistono agevolazioni fiscali solo per le
assicurazioni sulla vita o per quelle previdenziali. Anche tante altre
forme di investimento finanziario sono soggette a tassazione ridotta
(proventi derivanti da obbligazioni, azioni, casa di proprietà ecc.)
3. Non è neanche vero che le assicurazioni private previdenziali / sulla
vita rappresentino il terzo pilastro accanto alla pensione pubblica
obbligatoria (1) e alle pensioni complementari (2). Il terzo pilastro
della previdenza è formato dai diversi investimenti finanziari come
misura di previdenza individuale per la vecchiaia.
Il nostro consiglio:
Un appartamento in proprietà libero da debiti rappresenta una forma
aggiuntiva di previdenza per la propria vecchiaia. Laffitto che non si
dovrà più pagare andrà a corrispondere più o meno alla perdita di
reddito che il pensionamento comporta rispetto al proprio livello di
reddito precedente. Chi desideri dunque ridurre le proprie spese
correnti durante la terza età deve acquistare per tempo una casa o un
appartamento e organizzarne il finanziamento in modo che labitazione
sia libera da debiti ed ipoteche al momento del ritiro dal lavoro. Non
dover pagare laffitto significa risparmiare ogni mese tra i 500 e i
1000 euro.
Una nota critica: cè bisogno della previdenza integrativa individuale!
Gli esperti concordano sul fatto che i sistemi previdenziali previsti
dalla legge non bastino più per un numero crescente di persone (v.
pagina 19) a mantenere anche durante la vecchiaia lo stile di vita di
cui godevano come lavoratori. Questo è dovuto anche al fatto che a poco
a poco le previsioni allarmistiche fatte da più parti in relazione al
futuro incerto del sistema pensionistico pubblico cominciano a produrre
degli effetti. Sempre più economisti, politici, sindacalisti e
rappresentanti dei media credono a queste tetre previsioni e agiscono
secondo lo schema: pari contributi (32,7%) meno erogazioni. Quasi a
nessuno viene in mente che bisogna invece adeguare i contributi al
valore aggiunto prodotto, prevedere meno eccezioni ed evasioni
allobbligo contributivo e soprattutto legare più strettamente le
prestazioni ai contributi. Se ci si affretta ad adottare un
comportamento dettato dagli allarmismi, questo equivale a far avverare
la profezia quanto di meglio possa capitare agli strateghi del mercato
globalizzato. La realtà si adatta a ciò che la previsione vuole, e
questo è preoccupante, soprattutto se si considerano le tendenze a lungo
termine. Qualunque ne sia la causa, se si deve far fronte a una carenza
previdenziale per la propria vecchiaia bisogna mettere da parte del
denaro: per avere un reddito aggiuntivo di 500 euro al mese serve un
capitale di circa 100.000 euro. E non bisogna dimenticare che aver
finito di pagare la casa o lappartamento di proprietà prima della
pensione significa già di per sé avere unentrata aggiuntiva di circa
700 euro (che corrisponde allaffitto che ci si risparmia di pagare).
Questo non sarebbe necessario se vi fossero case in affitto a prezzi
convenienti.
FORME ASSICURATIVE SPECIALI PIP & FIP
Cose da trattare coi guanti
Al bando: la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la COVIP, ha
definito troppo care e spesso anche troppo rischiose le polizze
previdenziali aperte, con grande dispiacere delle società finanziarie e
delle assicurazioni che le offrono.
Chi non fa i conti senza loste e desidera mantenere il proprio standard
di vita abituale anche durante la vecchiaia, chi ritiene a tal fine
insufficiente il sistema previdenziale obbligatorio oppure si è già
fatto fare i calcoli e sa che la pensione pubblica non gli basterà,
penserà ad una pensione complementare o investirà il proprio denaro in
modo sicuro e proficuo. Non pochi hanno scelto la strada
dellassicurazione sulla vita (v. pagina 33): per la maggior parte di
loro si tratta però di un errore, innanzitutto perché la pensione di
vecchiaia, in realtà, non è un problema di quale assicurazione stipulare
ma piuttosto del modo di investire il proprio denaro. Con F.I.P. (Forme
Individuali di Previdenza) o P.I.P. (Piani Individuali di Previdenza) le
cose non stanno molto diversamente anche se essi dal 1 gennaio 2001
hanno sostituito le tradizioni assicurazioni sulla vita in questo
settore (decreto legislativo 47/2000) e beneficiano delle agevolazioni
fiscali delle forme pensionistiche complementari. Il legislatore
distingue ora tre tipi di assicurazioni:
F.I.P. o P.I.P. (prevedono il pagamento di una rendita vitalizia)
assicurazioni contro i rischi (assicurazione in caso di morte o di
invalidità)
assicurazioni di capitali, ossia polizze come prodotti finanziari
(unit linked ed index linked)
La nuova disposizione di legge classifica Fip e Pip tra le forme
pensionistiche complementari e di conseguenza le tratta in modo analogo
ai fondi pensione aperti. Ma questo in pratica - cosa significa?
Significa che viene meno la tassa del 2,5% sui premi versati e che si
può detrarre dallimponibile fino al 12% del reddito complessivo. Già
questo implica un grosso vantaggio a livello fiscale. E a ciò si
aggiunga unaliquota vantaggiosa, pari all11%, rispetto al normale
12,5% sui proventi. Il diritto alla corresponsione della rendita matura
come per i fondi pensione complementari con letà (si tratta delletà
pensionabile del sistema obbligatorio).
E in più la legge dà diritto allassicurato di cambiare ogni tre anni
società finanziaria o compagnia assicurativa se i risultati
dellinvestimento non lo soddisfano. Il contributo, ossia il premio,
viene versato solo dal lavoratore e limporto può essere fissato e
cambiato liberamente. Fino al 50% del capitale maturato può essere
incassato al momento della messa a riposo mentre il resto e in questo
sta la differenzia rispetto ad una normale assicurazione sulla vita
deve essere versato sotto forma di rendita periodica.
Lesplosione delle spese
Dallanalisi della COVIP emerge che un sottoscrittore, qualora decida
dopo tre anni di trasferirsi - cosa che la legge consente è costretto
a pagare mediamente una commissione pari a quasi l 8% nel caso di piani
di investimento previdenziale (P.I.P. F.I.P.) e di quasi il 10% nel
caso di PIP collegati alle cosiddette polizze unit linked. La
Commissione di vigilanza sui fondi pensione rileva altresì che
lammontare degli oneri annuali di gestione assume valori accettabili
solo dopo 35 anni di permanenza nel fondo, con una media annua variabile
tra 1,5 e 2,4 per cento. Inoltre lISVAP, Istituto per la vigilanza
sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ha richiamato
lattenzione sui prodotti vita: attraverso lattrattiva di rendimenti
potenzialmente elevati, trasferiscono al sottoscrittore quote crescenti
di rischi finanziari di cui non sempre è agevole prevedere la misura.
Per non parlare del fatto che il rischio mal si concilia con la natura
stessa dellassicurazione.
Una nota critica: magre prospettive
Se agli oneri gestionali aggiungiamo anche linflazione annuale, ci
accorgiamo che raramente i prodotti presenti sul mercato garantiscono le
rendite necessarie per vedersi restituire anche solo il denaro investito
nel corso del contratto. Lattuale boom delle polizze pensionistiche
complementari rappresenta pertanto una spada di Damocle sul capo di chi
tenta di garantirsi una vecchiaia al riparo da preoccupazioni
finanziarie, implicando sovente carenze nella copertura previdenziale.
Altro punto critico è la scarsa trasparenza dei prodotti assicurativi.
La situazione è talmente intricata da scoraggiare qualunque tentativo di
raffronto: le strutture dei costi differiscono in modo sostanziale da un
caso allaltro, non essendo stata prevista una commissione uguale per
tutti.
Consigli:
per garantirsi in vecchiaia una rendita supplementare mensile, è
necessario accumulare entro la fine del periodo lavorativo un piccolo
patrimonio, laddove sarebbe opportuno investire il proprio denaro in
prodotti quali immobili, obbligazioni, eventualmente azioni, depositi a
risparmio ecc., anziché rivolgersi a polizze vita a lunga scadenza o a
polizze pensionistiche private;
prima di sottoscrivere una polizza previdenziale oppure vita, prendere
in considerazione lopportunità di aderire a un fondo pensione chiuso
(p. es. il Laborfonds) e solo in seconda istanza rivolgersi ai fondi
pensione aperti. PIP e FIP hanno generalmente spese superiori rispetto
ai fondi complementari aperti.
queste due forme di investimento (fondi pensione aperti e PIP-FIP)
sono un impegno a scadenza medio-lunga e riguardano prodotti non
flessibili. Sono distribuiti da banche, assicurazioni e intermediari e
il capitale può essere investito secondo tre profili di rischio
(prudente, dinamico o aggressivo). Poiché al termine della durata
contrattuale la maggior parte del capitale maturato deve essere
convertita in una rendita è pressoché impossibile calcolare a priori
lammontare effettivo di questa rendita. Per la sua determinazione si
applica infatti laspettativa di vita media valida al momento
dellerogazione della prestazione previdenziale, secondo le tabelle
annuali elaborate dallISTAT. Considerando che la vita media della
popolazione aumenta costantemente, la tendenza che si delinea è verso
una progressiva riduzione delle pensioni effettive.
fatevi assolutamente confermare la detraibilità fiscale.
se volete andare sul sicuro in materia di prodotti assicurativi adatti
alle vostre esigenze individuali, effettuate il check-up assicurativo
predisposto dal Centro Tutela Consumatori Utenti, sul sito
www.centroconsumatori.it alla sezione Assicurazione e previdenza.
Articolo pubblicato su
ASSICURAZIONI VITA
Chi ha detto che sono la scelta migliore?
La categoria degli offerenti, definiti dalla legge come intermediari,
comprende di tutto un po: agenti, ispettori, dipendenti bancari,
organizzazioni piramidali, broker, consulenti. I metodi di vendita non
sono sempre cristallini si va da una discreta pressione psicologica ad
unabile opera di persuasione, fino allo sfruttamento senza remore dei
rapporti di amicizia o di parentela. I clienti sono portati in palmo di
mano finché non sottoscrivono il contratto, dopodiché le maniere possono
cambiare bruscamente. Difficile che unassociazione dei consumatori
tessa le lodi di questi prodotti, i quali sembrano avere più difetti che
pregi.
Definizione
Lassicurazione sulla vita è un contratto stipulato tra un/a
assicurato/a e unimpresa di assicurazioni. Lassicurato si impegna a
pagare i premi pattuiti, limpresa a versargli un capitale o una rendita
al verificarsi dellevento per il quale è prevista la prestazione, vale
a dire la morte per le polizze caso morte o la vita per le polizze caso
vita. Esiste poi una terza variante, cioè la formula mista, che copre
entrambi gli eventi.
Nel caso delle polizze di capitalizzazione, invece, limpresa
assicuratrice eroga una determinata somma alla scadenza del contratto,
indipendentemente dalletà dellassicurato. Il contratto assicurativo si
intende stipulato a partire dalla data in cui limpresa comunica
allassicurato di avere accettato la sua richiesta firmata. In mancanza
di questa comunicazione, il contratto si intende stipulato a partire dal
momento in cui lassicurato riceve la polizza inviatagli
dallassicuratore e da questi sottoscritta.
Il termine polizza vita designa comunemente svariate tipologie di
assicurazioni. Dal punto di vista legale, tuttavia, le assicurazioni
sulla vita sono ben distinte ed hanno caratteristiche profondamente
diverse. Le tre tipologie principali sono:
lassicurazione per il caso di morte
lassicurazione per il caso di vita
le assicurazioni miste.
A queste polizze di base possono aggiungersi prestazioni supplementari,
come ad esempio una polizza infortuni. Attenzione: ad ogni prestazione
assicurativa corrisponde una parte del premio annuale versato
dallassicurato. Pertanto: maggiore è il numero delle prestazioni
incluse nella polizza vita, minore è la quota di premio annuo riservata
a ciascuna di esse e quindi anche la relativa copertura assicurativa!
La polizza caso morte
Limpresa assicuratrice si impegna per la durata del contratto a pagare
un determinato importo al momento della morte dellassicurato. Questa
polizza è stipulata solitamente a favore dei familiari.
Questa polizza è di due tipi:
temporanea caso morte: limpresa assicuratrice è tenuta a pagare in
caso di morte dellassicurato durante il periodo stabilito nel
contratto; se lassicurato muore prima o dopo la durata della copertura,
limpresa non paga alcuna assicurazione;
assicurazione a vita intera: limpresa assicuratrice si impegna a
pagare alla data del decesso dellassicurato, in qualunque momento esso
avvenga.
La polizza caso vita
Limpresa assicuratrice si impegna a pagare una rendita o un capitale in
caso di sopravvivenza dellassicurato al momento stabilito nel
contratto. La rendita può essere erogata fino a quando lassicurato è in
vita oppure per un periodo di tempo convenuto. Attenzione: questa
polizza è in fin dei conti nientaltro che una comunissima forma di
risparmio e non ha nulla a che vedere con la copertura assicurativa
contro un determinato rischio (assicurazione in senso stretto).
Le polizze miste
Limpresa assicuratrice si impegna a pagare una rendita o un capitale
sia in caso di sopravvivenza dellassicurato alla scadenza del
contratto, sia in caso di morte prima di tale scadenza. In questa
seconda ipotesi, i beneficiari hanno diritto a riscuotere il capitale
dallimpresa assicuratrice subito dopo il verificarsi dellevento
luttuoso. Tuttavia si può anche far proseguire il contratto, senza
obbligo di pagamento di ulteriori premi, fino alla naturale scadenza e
disporre che il capitale venga versato ai beneficiari solo al momento
convenuto (scadenza del contratto).
Attenzione: sconsigliamo vivamente le polizze miste e raccomandiamo
invece di tenere sempre separata la polizza caso morte (copertura di un
rischio) dalla polizza caso vita (forma di risparmio). Questo sistema
garantisce maggiore flessibilità, rendimenti più elevati e una migliore
copertura assicurativa.
Polizze vita rivalutabili
Nel caso delle assicurazioni rivalutabili, il premio versato viene
investito in fondi interni allimpresa (gestioni separate). Il premio
può essere unico, annuale o ricorrente. Mentre alcuni di questi
contratti prevedono un rendimento minimo garantito, altri comportano una
rendita collegata allandamento dei mercati. Diverse analisi di lungo
periodo (v. Il risparmio tradito, di Beppe Scienza, Edizioni Libreria
Cortina Torino; v. anche Links) hanno dimostrato che questi prodotti,
salvo rare eccezioni, sono estremamente rischiosi e che il rischio grava
interamente sulle spalle degli assicurati. Ciò è confermato anche
dallesperienza nellattività di consulenza assicurativa, da cui emerge
che moltissimi prodotti, dopo 20-30 anni di decorrenza, risultano
tuttaltro che redditizi.
Molti investitori, alla scadenza del contratto, ricevono una somma di
pochissimo superiore allimporto del premio, altri non riescono neppure
a recuperare lintero capitale versato. Ciò si deve da un lato ai costi
di gestione, in parte altissimi, che incidono sullinvestimento e
dallaltro agli scarsi rendimenti realizzabili con questo tipo di
operazioni.
Attenzione: allatto della stipula di una polizza rivalutabile viene
fornita allassicurato una ipotesi di rendimento finanziario che
rappresenta, per lappunto, un dato puramente previsionale
sullandamento del mercato e di certo non una garanzia di rendimento!
Esempio di calcolo del capitale rivalutato dopo un anno di decorrenza
del contratto:
Capitale iniziale
100 (assolutamente da non confondere con il premio versato)
Tasso di rendimento della gestione separata
5%
Aliquota di retrocessione
80%
Tasso tecnico
2%
Misura annua di rivalutazione:
(0,05 x 0,80 - 0,02) / 1,02 = 0,0196
Capitale o rendita rivalutati:
100 x (1 + 0,0196) = 101,96
Assicurazioni index linked e unit linked
Le polizze unit linked, agganciate a fondi comuni di investimento,
hanno un alto contenuto speculativo. Il premio pagato al gestore (banca,
SIM o impresa assicuratrice) viene convertito in quote di un fondo di
investimento, il quale possiede di norma una componente azionaria più o
meno grande. Lassicurato ha la possibilità di trasferire da un fondo a
un altro il capitale accumulato; per questa operazione, detta switch,
limpresa può chiedere il pagamento di una commissione. Ad ogni modo, il
rendimento della polizza è collegato a quello del fondo e il più delle
volte non vengono offerte garanzie di rendimento minimo, ma neppure di
restituzione dellintero capitale versato. Il rendimento delle polizze
index linked dipende dal valore di un indice finanziario o da un altro
valore di riferimento.
A meno che limpresa assicuratrice non fornisca esplicite garanzie,
lintero rischio finanziario, determinato dallandamento dei mercati
azionari, è a carico dellassicurato e può comportare perdite anche
consistenti del premio versato (v. unit linked). La sussistenza di
rischi finanziari deve essere ben evidenziata nella nota informativa (v.
pag. 40) che limpresa è tenuta per legge a consegnare al/la cliente
prima della sottoscrizione del contratto.
Per valutare concretamente un prodotto unit o index linked occorre
considerare non solo i caricamenti a copertura delle spese di gestione,
ma anche le commissioni eventualmente previste. Caricamenti e
commissioni sono trattenuti dallimpresa direttamente dai premi versati,
cosa che incide sul valore dellinvestimento. Vediamo un esempio: a
fronte di un investimento di 1.000 euro, se i caricamenti e le
commissioni ammontano a 120 euro, limporto effettivamente versato nel
fondo sarà pari a 880 euro, con conseguente riduzione della sua
redditività. Sulla base dei dati disponibili, le commissioni annue
oscillano tra lo 0,1 e il 3 %. Spesso le imprese rinunciano al
caricamento, ma in compenso applicano commissioni più elevate, o
viceversa. Tutti questi costi sono indicati nella nota informativa che
deve essere sempre consegnata al/la cliente prima della sottoscrizione
di una polizza e che contiene anche un grafico relativo allandamento
del valore del fondo negli ultimi dieci anni.
Opzioni
Alla scadenza del contratto, anziché riscuotere in ununica soluzione
lintera somma realizzata, lassicurato può chiedere la conversione del
capitale rivalutato in una rendita vitalizia annuale, ossia può farsi
liquidare un certo importo a scadenze periodiche.
Attenzione: Allatto della stipulazione del contratto, le imprese non
dicono mai su quale base sarà calcolata la prestazione. Spetta dunque
al/la cliente informarsi a questo riguardo. Inoltre bisogna chiarire se
la rendita è rivalutata annualmente o se, alla morte del beneficiario
che ha sottoscritto il contratto, limpresa continuerà a versare una
rendita certa a unaltra persona e per un periodo di tempo
prestabilito. Infine esiste anche la possibilità di differire la
scadenza del contratto. In questo caso limpresa di assicurazione
trattiene il capitale per un periodo convenuto dietro corresponsione di
un tasso dinteresse (indicato nella clausola di rivalutazione del
contratto). Talvolta le imprese fanno offerte molto interessanti a
questo riguardo.
Attenzione: Conformemente alla circolare ISVAP n. 249 del 19.06.1995, le
imprese di assicurazione sono tenute a fornire ogni anno allassicurato
un estratto conto relativo a
premi versati (al netto delle imposte)
utili realizzati
valore del capitale rivalutato.
Offerta buona o cattiva?
Elementi per una prima valutazione
Lofferta di unassicurazione vita rivalutabile può essere valutata
sulla base di vari elementi. Vediamone alcuni:
aliquota di retrocessione: più è elevata, maggiore sarà la redditività
del prodotto riconosciuta allassicurato;
tasso tecnico: un tasso tecnico più elevato, a parità di premio
pagato, comporta un capitale iniziale superiore, ma anche maggiori
profitti e maggiori dividendi nel corso della durata contrattuale;
condizioni di riscatto: condizioni più restrittive implicano maggiori
penalizzazioni qualora si richieda la liquidazione anticipata del
capitale;
tavole di mortalità: per la liquidazione delle assicurazioni
temporanee caso morte le imprese ricorrono alle cosiddette tavole di
mortalità, contenenti statistiche sulla probabilità del verificarsi
dellevento assicurato. Le cause di decesso sono valutate in maniera
assai differenziata, ad esempio si tiene conto se lassicurato è un
fumatore o un non fumatore. Poiché ogni impresa si serve di tavole
differenti, è indispensabile chiarire questo punto prima della
sottoscrizione del contratto leggendo attentamente la nota informativa e
le condizioni di assicurazione e, eventualmente, chiedendo ulteriori
spiegazioni allassicuratore. Si consiglia, come sempre, di confrontare
più offerte.
Il premio
Il premio è il prezzo pagato dal contraente per un contratto di
assicurazione. Esso corrisponde alla somma del premio puro, dei
caricamenti, dei costi per prestazioni accessorie e delle imposte. La
modalità di pagamento è stabilita nel contratto: può trattarsi di un
premio unico (versato allinizio del contratto) o di un premio
periodico. I premi periodici possono essere di ammontare costante o
crescente, a seconda delle condizioni previste nel contratto. Il premio
annuo può essere frazionato in più rate. Il frazionamento comporta quasi
sempre una maggiorazione dei costi, a volte anche molto onerosa, che
deve assolutamente essere chiarita prima della sottoscrizione (v. anche
nota informativa).
Risoluzione del contratto
Il contraente è tenuto soltanto al pagamento della prima annualità di
premio. Se sospende il versamento dei premi successivi, il contratto si
estingue di diritto e i premi già corrisposti restano acquisiti
allimpresa assicuratrice, salvo che sussistano le condizioni per il
riscatto dellassicurazione o per la riduzione della somma assicurata
(art. 1924 codice civile). I premi pagati che restano acquisiti
allimpresa assicuratrice possono essere riscossi alla scadenza del
contratto. Il riscatto anticipato dellassicurazione, invece, implica
penali generalmente molto elevate a carico del contraente. Perciò questa
decisione va ponderata con molta attenzione e solo dopo averne parlato
con un consulente indipendente.
Lo sapevate che?
La nota informativa è lo strumento impiegato dallimpresa assicuratrice
per comunicare tutte le informazioni utili a fare piena chiarezza sulle
caratteristiche del prodotto assicurativo. Conformemente alle
disposizioni dellISVAP deve essere redatta sia per le polizze
rivalutabili sia per le polizze index e unit linked. Limpresa è tenuta
a consegnarla al cliente prima della sottoscrizione del contratto. La
nota informativa è accompagnata da un progetto esemplificativo che
contenga indicazioni dettagliate sul possibile sviluppo del capitale
assicurato (rendita) e dei premi nel corso della durata contrattuale;
qualora si tratti di un prodotto a rischio, il progetto deve evidenziare
la possibilità di perdite. Il tasso di rendimento annuo ipotizzato
attualmente è pari al 4,5 %. Il progetto esemplificativo, essendo basato
su ipotesi di rendimento, non costituisce un vincolo per limpresa
assicuratrice. Importante: leggete MOLTO bene la nota informativa prima
di sottoscrivere la proposta di assicurazione; chiedete tutti i
chiarimenti necessari, ponete domande allassicuratore e, se necessario,
rivolgetevi al CTCU per una consulenza!
Dati e statistiche
I dati comparativi contenuti nelle seguenti tabelle evidenziano che i
livelli di caricamento per le assicurazioni a premi unici sono in genere
meno elevati rispetto a quelli dei prodotti a premi annui. Le
assicurazioni temporanee caso morte, invece, implicano dei costi fissi
che fanno lievitare i livelli di caricamento. Ciò significa però anche
che lincidenza dei caricamenti diminuisce proporzionalmente
allaumentare del premio.
s
(*) Il dato riportato è riferito alla media semplice dei caricamenti.
(**) Un maggiore livello di dispersione indica la presenza sul mercato
di prodotti con caricamenti che si discostano notevolmente dal valore
medio.
Fonte: ISVAP
http://www.dm.unito.it/personalpages/scienza/index.htm
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